Come il COVID19 sta cambiando il mercato delle droghe britannico

Leggendo tra le righe. Fonte: Wallpaper flare
Il mercato illecito nel Regno Unito ricava oltre 10 miliardi di sterline all’anno. A differenza dell’economia emersa, abbiamo poche informazioni su come funziona. Ma come l’economia emersa, non è di certo immune dai cambiamenti causati dal virus COVID-19.
Con la chiusura delle frontiere, la fornitura e la distribuzione della maggior parte delle droghe è limitata – ma particolarmente quelle che necessitano di ingredienti di provenienza cinese. Ci sono già racconti di riduzioni delle forniture di “Spice”, per esempio, il cannabinoide sintetico che è spesso importato da quella parte del mondo. Ci sono per forza anche problemi di network di distribuzione. L’editto di stare a casa diminuirà la possibilità degli spacciatori basati nelle città di fare “county lines dealing”, e cioè spingere il loro prodotto in piccole città e zone rurali.
Precedenti “siccità” di eroina nel Regno Unito e in Australia sono state accompagnate da diminuzioni temporanee nelle morti, visto che le persone riducevano il loro uso o sostituivano con alternative meno letali in overdose. Ma più recentemente, abbiamo visto aumenti significativi delle morti dovute all’oppiaceo sintetico fentanyl in Nord America, quindi dobbiamo stare attenti alla possibilità che spacciatori e consumatori nel Regno Unito andranno verso questa sostanza quando l’eroina finirà. Visto che il fentanyl è molto più potente dell’eroina è più facile da conservare e spostare, data la minore quantità richiesta.
Anche se un utilizzatore sa che ha comprato fentanyl invece dell’eroina, dosare in sicurezza è difficile e può diventare evidente solo quando è troppo tardi. Il Regno Unito ha già il tasso più alto di morti legate alle droghe d’Europa, e il pericolo adesso è che il tasso aumenti ancora.
Il governo continua a sottolineare che è guidato dalla ricerca nell’affrontare la pandemia da COVID-19, ma ciò non arriva fino all’agire rispetto alla raccomandazione dei suoi stessi consulenti sul creare sale per il consumo di droghe per ridurre il numero di morti per overdose. È difficile immaginare un momento più importante per seguire questo consiglio.
Un altro tipo di acquisti di massa
Adesso che ci stiamo tutti auto-isolando, un perfetto mix di ingredienti viene messo insieme: ansia, noia, evasione dalla realtà e solitudine. Tutti questi sono candidati per l’auto-medicazione con le droghe – così come il brusco cambio di routine e l’essere rinchiusi con la propria famiglia.
Così come abbiamo visto persone acquistare carta igienica e paracetamolo in preda al panico, gli utilizzatori di droghe per uso ricreativo, se hanno i mezzi, accumulano la loro droga. Oltre 1,5 milioni di persone sono utilizzatori regolari di droghe in Inghilterra e Galles, e l’aumento della domanda ha già visto aumentare il prezzo delle droghe.
Fare scorte può portare le persone a consumare più droghe del solito. Se sono dipendenti e in seguito non riescono a procurarsi la droga, possono ritrovarsi in crisi di astinenza. Questo aumenta il rischio che ne cercheranno una sostitutiva, il che, di nuovo, rende più probabile un danno perché potrebbero non essere abituati alla sostanza o non sapere quale sia la dose adeguata.
L’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze ha di recente pubblicato dei consigli generali per gli utilizzatori sulla riduzione del danno durante la diffusione del coronavirus. Ciò è benvenuto, ma non è stato detto niente rispetto ai rischi delle droghe stesse.
Parliamo di un mercato senza nessuna regola o controllo qualità, in cui i consumatori non hanno idea della potenza della loro droga di dose in dose o a quali prodotti chimici si stanno esponendo. Riflettendo la mancanza di test per il COVID-19, non ci sono test di routine per le droghe nel Regno Unito e in molti altri paesi – a eccezione, per esempio, di alcuni festival musicali.
La minaccia crescente
Public Health England ha chiesto alle agenzie di informarla di esempi di sostituzione delle droghe o prodotti contaminati. Raccogliere queste informazioni ha senso, ma portano pochi benefici se non vengono comunicate direttamente a chi è a rischio. Questo potrebbe però essere visto come un’agenzia del governo che condona l’uso di droghe, quindi è improbabile che lo faccia direttamente.
C’è già un processo simile per i problemi con le medicine su prescrizione, visto che la Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency allerta farmacisti, medici della mutua e altri coinvolti nella prescrizione o fornitura di queste medicine della loro pericolosità o di rischi emergenti.
Nel caso delle droghe illegali, l’ovvio network per fornire le informazioni equivalenti è quello dei servizi specializzati nella cura delle dipendenze. Sfortunatamente, quel network si è ridotto significativamente nell’ultimo decennio perché il governo ha tagliato selvaggiamente il budget per le cure. E comunque, questo network non raggiunge la maggioranza delle persone con problemi di droga, visto che non si trovano in cura. Per ovvie ragioni, queste persone salvaguardano la propria identità.
“Molte grazie": Syda Productions
La realtà è che dobbiamo essere più intelligenti e meglio informati su questa grande ma nascosta parte della nostra economia. La pandemia sta esponendo quanto poco sappiamo, e la nostra inabilità nel proteggere il significativo numero di persone che sono coinvolte. Ci sono argomenti convincenti per cambiare il nostro approccio alle droghe, incluso il potenziale di ridurre il danno non criminalizzando gli utilizzatori o anche legalizzando la vendita e ottenendo entrate fiscali.
“Fare ciò che serve per proteggere le persone” deve includere tutti – non solo chi approviamo moralmente.
Questo è articolo è una riproduzione di The Conversation con licenza Creative Commons. Leggi l’articolo originale.
*Ian Hamilton, Professore Associato, Dipendenza e Salute Mentale, University of York e Alex Stevens, Professore di Giustizia Penale e Direttore della Facoltà di Public Engagement, University of Kent.