Dall'oppio alla metanfetamina: come il Myanmar è diventato il principale produttore mondiale di metanfetamine

Il Myanmar, con le sue remote zone di confine, è da tempo uno dei maggiori produttori di droghe illegali. Grazie alla sua posizione isolata e alle sue aspre colline, il Myanmar è famoso per l’importante ruolo che ricopre nella produzione mondiale d’oppio. Tuttavia, a seguito di un rapido cambiamento nel mercato della droga, il Myanmar è diventato uno dei principali produttori mondiali di metanfetamine. Secondo gli ultimi dati del UNODC, nel 2021 in Asia orientale e sud-orientale è stata sequestrata la quantità record di 171,5 tonnellate di metanfetamine: sette volte superiore a quanto sequestrato dieci anni fa. Poiché i laboratori di metanfetamine possono, di fatto, operare in qualsiasi parte del mondo, perché il Myanmar è diventato l'epicentro globale della produzione di metanfetamine?

 

La severa repressione della produzione di oppio da parte del governo militare

Durante gli anni '60 e '70, il Myanmar fu il più grande produttore di oppio al mondo. La maggior parte dell’oppio proviene dallo Stato di Shan, un'area rurale nel nord-est del Myanmar che confina con Cina, Laos e Thailandia. Nello Shan sono operative numerosi gruppi armati (sia milizie filo-governative che ribelli) molti dei quali dipendono fortemente dal commercio di oppio per finanziare e mantenere le loro operazioni.

Mappa delle regioni del Myanmar. Fonte: Wikipedia

Per decenni, il Myanmar rimase il principale produttore di oppio al mondo. Tuttavia, negli anni '90 la produzione diminuì in modo significativo e l'Afghanistan diventò il principale produttore mondiale. Questo rapido calo della produzione di oppio fu in parte dovuto alle campagne di irrorazioni aeree e di sterminio dei raccolti da parte della giunta militare al potere nel paese (Tatmadaw). Sebbene in passato il governo militare avesse chiuso un occhio sulla produzione e il traffico di oppio ed eroina nelle zone di confine, alla fine degli anni '90 le pressioni geopolitiche sia degli Stati Uniti che della Cina spinsero il Tatmadaw a reprime severamente la coltivazione del papavero.

Area coltivata a papavero da oppio in Myanmar, 1996 – 2020. Fonte: UNODC

 

Profitti maggiori e filiere semplificate

A seguito della repressione della produzione d’oppio, molti gruppi armati necessitavano di una nuova fonte di reddito. Mentre alcuni passarono a merci legali come la gomma, la maggior parte dei gruppi armati passò alla produzione di metanfetamine, pur continuando a mostrare al mondo esterno i propri sforzi per l'eradicazione dell'oppio. Infatti, mentre i campi di papaveri sono dipendenti dalle condizioni meteorologiche ed estremamente difficili da nascondere, i laboratori clandestini di metanfetamine possono essere allestiti praticamente ovunque, e necessitano solamente di una forza lavoro di pochi chimici e una fornitura regolare di precursori chimici, come la pseudoefedrina, per la produzione di queste droghe sintetiche. Infine, la posizione geografica dello Stato di Shan consentiva il facile reperimento dalla vicina Cina di materiali chimici e da costruzione di alta qualità.

Sfortunatamente, questo cambiamento del mercato ebbe un effetto devastante sui coltivatori di papavero, che facevano affidamento sulla coltivazione dell'oppio come coltura da reddito. Il Transnational Institute, il più autorevole centro ricerche sulle politiche del Myanmar in materia di droghe, ha dichiarato a TalkingDrugs:

Con l'aumento della metanfetamina nel sud-est asiatico, i coltivatori di papaveri in Myanmar hanno dovuto affrontare un calo dei prezzi dell'oppio raccolto direttamente dalle fattorie. Alcuni commercianti smisero di andare nei villaggi per comprare oppio e gli agricoltori dovettero persino portargli l'oppio per venderglielo, correndo il rischio di essere arrestati. Abbiamo perfino sentito di casi in cui i commercianti di oppio costringevano i coltivatori ad accettare parte del pagamento in pastiglie di metanfetamina”.

Secondo le stime del UNODC, il commercio regionale di metanfetamine vale fino a 61 miliardi di dollari all'anno. Rispetto all'eroina, la metanfetamina è più potente e ha margini di profitto molto più elevati. Di conseguenza, il commercio di metanfetamine del Myanmar è diventato molto attraente per i gruppi della criminalità organizzata, che secondo quanto riferito trafficano la variante più pura e più forte della metamfetamina – ice (ghiaccio) – verso mercati più redditizi come l’Australia, la Nuova Zelanda e il Giappone.

 

La forte domanda regionale di stimolanti di tipo anfetaminico

Il mercato della metanfetamina nel sud-est asiatico è cresciuto a un ritmo esponenziale nell'ultimo decennio. Si stima che tra il 2011 e il 2016 il numero di persone che ha fatto uso di metanfetamine sia più che raddoppiato in Asia. Tuttavia, la modalità di consumo di metanfetamine è molto variabile da regione a regione. Vi è infatti una distinzione tra crystal meth (noto anche come ice o shabu) e compresse di metanfetamina a bassa purezza, note come yaba. La crystal meth è metanfetamina in forma cristallina di elevata purezza, simile a frammenti di vetro o ghiaccio. Viene prodotta principalmente per l'esportazione in mercati ad alto valore, ed è molto più redditizia della yaba. La yaba è una compressa di anfetamina a bassa purezza, solitamente combinata con caffeina e prodotta da organizzazioni più piccole per il consumo locale e regionale.

A differenza dell'Europa e dell'America, dove le anfetamine sono usate a scopo ricreativo, in Asia, le compresse di anfetamine sono assunte per lavorare più duramente e più a lungo nelle ferocemente competitive "economie delle tigri asiatiche”. Un articolo di giornale del 1997 citato in un rapporto del Transnational Institute riporta che "In genere, sono i tassisti, i camionisti a lunga distanza e gli operai, tutti pagati a ore, che dipendono dalla yaba. Più ne inghiottono, più guadagnano". È interessante notare che la yaba era originariamente conosciuta come yama, "medicina per i cavalli" in thailandese, ma le autorità la ribattezzarono yaba ("medicina pazza") all’interno di una campagna di comunicazione mirata a spaventare i consumatori, e a screditare l'idea che aiutasse le persone a "lavorare come un cavallo”.

 

Lo Stato chiude un occhio

Sotto la pressione della comunità mondiale, le autorità del Myanmar rimarcano spesso alla comunità internazionale la severità con cui operano, ad esempio bruciando pile di droghe sequestrate e organizzando retate contro spacciatori di basso livello. Tuttavia, i gruppi produttori sono spesso lasciati liberi di sfornare droghe, con minime interferenze da parte dello stato. L'esistenza di “zone grige” per la produzione di droga è quindi uno dei fattori chiave che rendono il Myanmar un centro nevralgico per la produzione di metanfetamine.

Sebbene sia inesatto affermare che il Tatmadaw, come istituzione, sia direttamente coinvolto nel commercio di metanfetamine, ha certamente un forte interesse nel chiudere un occhio. Approvando tacitamente l'impegno delle milizie filo-governative nel traffico di metanfetamine, il lucroso traffico di droga diventa il mezzo ideale per finanziare questi gruppi armati: una forza controrivoluzionaria economicamente autosufficiente a supporto del governo militare del Myanmar. Allo stesso modo, consentendo ai gruppi ribelli più potenti di continuare il traffico di droga si garantisce una relativa pace all'interno del paese. Qualsiasi tentativo da parte del Tatmadaw di frenare il traffico di droga rischierebbe di inasprire seriamente le tensioni tra i vari gruppi armati, portando, potenzialmente, ad una sanguinosa guerra civile.

 

Da una droga all'altra

Anche se le politiche governative e la loro applicazione possono aver giocato un ruolo nella iniziale riduzione della coltivazione del papavero, sembra che la recente crescita esponenziale della produzione di metanfetamine sia dovuta alla maggiore redditività delle droghe sintetiche rispetto a quelle vegetali. La repressione dell'oppio da parte del Tatmadaw è un ottimo esempio di dislocamento della droga: una campagna contro una droga (l'oppio) che porta all'emersione di un’altra droga altrettanto o più pericolosa (la metanfetamina). Ciò serve a ricordare che finché la domanda globale di droghe continuerà ad esistere, sia al fine di lavorare di più che a scopo ricreativo, la produzione di droga continuerà a trovare modi per rispondere alla domanda. Coloro che producono droghe continueranno a svilupparne di nuove, o a trovare soluzioni più creative, che sfuggono la legge, aggirando o eludendo qualsiasi forma di proibizione venga loro imposta.