L’eroina in Italia e la generazione ‘scomparsa’

La presunta collaborazione tra narcotrafficanti e le forze governative per introdurre l’eroina nel corso degli anni ‘70 in Italia ha portato ad un devastante aumento della dipendenza da oppiacei e conseguenti morti nel corso del decennio successivo, così creando la cosiddetta “generazione scomparsa”.
Il consumo di droga in Italia ha subito un cambiamento epocale a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80. Tra il 1974 e il 1975, l'eroina cominciò infatti a comparire sul mercato illegale italiano in grande quantità. In quel periodo, il consumo di eroina si concentrò soprattutto tra gruppi di giovani che erano espressione di una cultura antagonista ai valori consumistici e all'establishment politico, volta alla ricerca di un mondo migliore ed alternativo a quello esistente. Tuttavia, questa associazione tra eroina e ribellione/lotta politica non durò a lungo. Con l'inizio degli anni 1980, l'uso di questa sostanza coinvolse anche altri gruppi di estrazione sociale diversa, per lo più appartenenti alle classi più disagiate della società, compresi, tra gli altri, adolescenti, studenti, operai, impiegati e professionisti.
Come per la gran parte dei fenomeni di questo genere, non esiste una spiegazione semplice ed univoca dell’improvviso diffondersi dell’eroina in Italia. Una dinamica degna di nota, però, è il cambiamento di rotta nelle forniture di droga da parte dei narcotrafficanti: si registrò, infatti, una carenza nella fornitura di altri stupefacenti sul mercato e, invece, l'abbondanza di eroina a prezzi bassi. Nel momento in cui, in un secondo momento, i consumatori erano passati alla nuova droga e ne erano divenuti dipendenti, i trafficanti sfruttarono questa situazione e il prezzo dell’eroina salì alle stelle.
L'eroina viene lanciata sul mercato italiano delle droghe con una vera e propria operazione di marketing e in un modo da accreditare, anche a seguito della declassificazione di alcuni documenti finora secretati, l'ipotesi di un coinvolgimento di trafficanti, del governo italiano e dei servizi segreti americani, collusi tra di loro con l’obiettivo di sedare i movimenti sociali anti-governativi. Tali movimenti erano noti per essere uno dei più grandi segmenti della società che consumavano droghe a scopo ricreativo, e la logica nello spingere l’eroina in questi ambienti era quella di renderli essenzialmente inefficaci.
Quella che è diventata nota come Operazione Blue Moon avrebbe avuto tre componenti principali:
1) La sopracitata mossa di mercato. Le organizzazioni criminali presenti sul territorio, attraverso il controllo del mercato delle droghe leggere, non hanno avuto difficoltà ad orchestrare un periodo di scarsità di alcuni stupefacenti e di abbondanza di altri: l’eroina, appunto. Migliaia di persone che non avevano precedenti esperienze con questa droga, o con la conoscenza degli effetti e delle conseguenze, non resistettero alla tentazione di provarle.
2) Al fine di assicurarsi che l'eroina dominasse ogni fetta del mercato, la fornitura regolata di oppiacei - principalmente sotto forma di morfina – venne analogamente prosciugata. Anche se i prezzi erano più alti, i consumatori di morfina non avevano altra scelta che passare all'eroina, dal momento che si tratta comunque di un sostituto farmacologicamente simile.
3) Gli arresti legati ad altre droghe come hashish e cannabis aumentarono nel momento in cui il governo decise un giro di vite sugli stupefacenti illegali diversi dall'eroina.
In questo contesto, quindi, la dinamica dell’alleanza opinione pubblica-polizia divenne fondamentale per rendere possibile e credibile la repressione dei giovani e delle droghe, in primis l’eroina. Le autorità sentivano la pressione dei mass media e dell’opinione pubblica, che spingevano per combattere fermamente quelli che venivano percepiti come gli effetti negativi delle droghe diffuse in Italia in quel momento. In Italia, infatti, il caso tipico dopo il 1970, era quello del genitore che denuncia il figlio alla polizia nel maldestro tentativo di “salvarlo”, piuttosto che favorire la creazione di una rete di protezione e di sostegno. Il risultato di un tale scenario è stata la trasformazione della famiglia in una rete di “spionaggio gratuito” per la polizia.
L’enorme stigmatizzazione e criminalizzazione attuate nei confronti di tutte le altre sostanze diverse dall’eroina, lasciarono la generazione giovanile italiana in una condizione di estrema vulnerabilità rispetto agli effetti devastanti dell’eroina stessa. Le autorità non erano interessate, infatti, a perseguire così pesantemente come altri stupefacenti il consumo e lo spaccio di eroina attraverso operazioni di polizia, il che significa che chiunque poteva farne uso essenzialmente senza timore di essere arrestato. Anche se qualcuno era interessato all'acquisto di altre sostanze, come l’hashish, veniva sempre più scoraggiato dalla scarsità, dai prezzi elevati (4-5 euro al grammo, un prezzo enorme per l'epoca) e dalla scarsa qualità.
Un rapporto sull'andamento della diffusione del consumo di droga in Italia, pubblicato nel 1992 dal British Journal of Addiction, indica un notevole aumento nel numero di decessi per droga (principalmente da overdose) e nei casi di HIV/AIDS di persone che nel corso degli anni ’80 si iniettavano eroina per via endovenosa. Gli autori del report stimano che nel 1977 ci siano stati 28.000 consumatori di oppiacei; nel 1982, questo cifra era salita a 92.000. Per sottolineare ulteriormente questo aumento imponente, gli autori hanno scoperto durante il loro periodo di studio (1985-1989), che il numero di soggetti che si recavano presso i centri di recupero per dipendenze dalle droghe è aumentato da 13.905 a 61.689, un aumento in gran parte dovuto dalla crescita nel consumo di eroina.
A differenza di paesi come il Regno Unito - dove l'aumento del consumo di eroina negli anni ‘80 fu dovuto principalmente alla sua diffusione nelle zone più colpite dalla recessione economica – l’aumento in Italia si verificò in un periodo di relativa prosperità. Infatti, alcune aree del paese, in particolare il nord-est, cominciarono a registrare un aumento improvviso del proprio benessere economico. Gli anni Ottanta, appunto, furono anni di modernizzazione economica e sociale, anni in cui la società italiana abbandonò rapidamente i caratteri di conflitto sociale dei decenni precedenti. Di conseguenza, l'aumento della capacità finanziaria di larghi segmenti della popolazione permise una diffusione trasversale della droga, in particolare dell’eroina. La classe media e i professionisti si ritrovarono ad avere una maggiore disponibilità’ economica ed un potere d’acquisto che, anche grazie alla mancanza di politiche e campagne di sensibilizzazione sulle droghe, veniva usato, in molti casi, per l'acquisto di eroina.
Secondo diversi studi, questo fenomeno ha colpito soprattutto l'Italia settentrionale. Grandi città come Verona, Pordenone, Udine, Milano, Varese registrarono il più alto livello di tossicodipendenti che venivano dai più disparati ambienti sociali.
Naturalmente, questo fenomeno di un mercato nero manipolato e di un possibile coinvolgimento governativo non durò a lungo. Tuttavia, i suoi effetti sono stati duraturi. L'aumento dei tassi di dipendenza da eroina e i decessi per overdose negli anni ‘80, hanno prodotto un risultato: una generazione scomparsa.