La Proposta di una Ministra Indiana di Legalizzare la Cannabis Terapeutica: Potrebbe Aiutare a Fermare la Crisi dell’Eroina?

In India l’uso di cannabis è diffuso da oltre 3.000 anni (Source: Wikimedia)
Una ministra indiana ha proposto di legalizzare la cannabis a scopo terapeutico, mentre si cercano nuovi approcci per ridurre l’abuso di droghe nel paese.
Maneka Gandhi, la ministra per lo Sviluppo delle Donne e dei Bambini, ha dichiarato che “l’uso della marijuana a scopo terapeutico dovrebbe essere legalizzato, soprattutto perché è utile nella [cura] del cancro”. Gandhi ha presentato la proposta durante un dibattito ministeriale sulla Politica Nazionale Indiana per la Riduzione della Domanda di Droga – un documento aggiornato regolarmente il cui obiettivo è la riduzione della domanda tanto delle droghe illegali quanto di quelle farmaceutiche.
Riferimenti alla cannabis sono rintracciabili nei testi storici e religiosi indiani risalenti a oltre 3.000 anni fa, tuttavia la droga fu vietata nel paese nel 1985, in seguito alle pressioni esercitate dagli Stati Uniti sotto l’amministrazione Reagan. Paradossalmente, gli Stati Uniti al momento sono uno dei paesi in prima linea nel movimento per la riforma della legge sulla cannabis.
L’efficacia della cannabis terapeutica nel trattamento di una vasta gamma di disturbi, tra cui il dolore cronico, la sclerosi multipla, e alcuni dei dannosi effetti collaterali della chemioterapia, è stata dimostrata. Tuttavia, secondo l’agenzia di stampa indiana Press Trust of India, Gandhi ha sostenuto la sua proposta puntando su un preciso potenziale beneficio della cannabis medica di cui si parla poco: [In] alcuni dei paesi sviluppati, come gli Stati Uniti, la legalizzazione della marijuana ha condotto a una riduzione dell’abuso di droga”.
I dati recenti suggeriscono che consentire l’accesso alla cannabis terapeutica in una giurisdizione può ridurre la frequenza dell’overdose da oppiacei, inclusa quella da eroina. Ciò risulta particolarmente rilevante in India se si considera che alcune regioni, soprattutto lo Stato del Punjab, nell’India del nord, sono sempre più colpite da un’emergenza di morti provocate dall’uso di oppiacei.
Nel 2015, il governo calcolò che oltre 230.000 persone nel Punjab – che corrisponde a circa l’uno per cento della popolazione adulta dello stato – erano dipendenti da oppiacei, come l’eroina. È stato dimostrato che le misure di riduzione del danno – come, ad esempio, la terapia sostitutiva da oppiacei, i centri per le iniezioni sicure, e la fornitura del farmaco anti-overdose, ovvero il naloxone – riducono le morti e i danni indotti dall’uso di oppiacei. I ricercatori hanno inoltre rilevato un legame promettente tra la legalità della cannabis medica e la riduzione delle morti da overdose di oppiacei.
Nel 2014, un gruppo di ricercatori ha portato a termine un’analisi cronologica delle leggi sulla cannabis medica e le morti causate da oppiacei condotta nei 50 stati americani nel corso di 12 anni. Il documento, pubblicato sul Journal of American Medicine Association, ha concluso che “le leggi sulla cannabis medica sono associate a tassi di mortalità per overdose da oppiacei notevolmente più bassi a livello statale”.
Anche se è probabile che esistano svariate ragioni dietro la correlazione, i ricercatori hanno evidenziato come le persone che abusano di oppiacei – incluse le droghe farmaceutiche e l’eroina – spesso lo facciano per alleviare un dolore cronico. Considerato che la cannabis medica risulta efficace anche per il trattamento del tali dolori, secondo quanto sostenuto sul documento, facilitarne l’accesso potrebbe indurre una riduzione dell’uso di oppiacei, che di conseguenza porterebbe a una riduzione dell’overdose da oppiacei.
Nel 2016, i ricercatori, che avevano iniziato a prescrivere la cannabis medica a pazienti dipendenti da oppiacei nello stato americano del Nuvo Messico, hanno riportato che “[i pazienti] sostengono [che la cannabis] calma i sintomi dell’astinenza, calma la loro... ansia e li aiuta a tenersi alla larga dagli oppiacei. Se sentono dolore, la cannabis li aiuta ad alleviarli, spesso fino al punto che non hanno più bisogno degli oppiacei”.
La cannabis terapeutica ha una serie di benefici che non sono in alcun modo legati all’uso di oppiacei, ma che sono stati ampiamente documentati. È necessario approfondire le ricerche riguardo al legame che intercorre tra la fornitura di cannabis medica e i danni che derivano dall’uso di oppiacei e, considerata la crisi del Punjab, è auspicabile che i responsabili delle politiche in India prestino molta attenzione alla questione. Crisi così drammatiche richiedono reazioni coraggiose, e la proposta di Maneka Gandhi potrebbe rappresentare un passo verso la strada giusta nella lotta contro la crisi degli oppiacei, nonostante sia incerto se il governo appoggerà o meno il cambiamento. Tuttavia, è importante prendere atto del fatto che, nel tentativo di ridurre le overdosi da eroina, è essenziale introdurre un più ampio pacchetto di misure di riduzione del danno.