L’altra pandemia

Durante la pandemia di COVID-19 le persone in tutto il mondo hanno dovuto cambiare radicalmente il loro stile di vita. Come possono questi difficili cambiamenti essere collegati alla dipendenza dalle droghe? (Fonte: Florencia Herrera H.)

Questo nuovo modo di vivere ha costretto a rimanere a casa, essere fisicamente isolati dai nostri cari e a dover ripensare routine ed attività quotidiane per adattarle alle “mura” di questo nuovo mondo. Per molti, questi cambiamenti hanno portato a un senso di disperazione e isolamento, con un impatto sulla loro salute mentale e sul senso di benessere. Alcuni hanno avuto il sostegno di amici e famigliari, rendendo più facile per loro sentire che non erano soli in questo processo e portando la speranza di un futuro migliore. Altri non hanno avuto altra scelta se non quella di aspettare da soli che tutto ciò passasse.

Come possono questi difficili cambiamenti essere collegati alla dipendenza dalle droghe? Per alcune persone che fanno uso di droghe, così come per le loro famiglie, chi si prende cura di loro e le loro comunità, lo stile di vita della pandemia è stato il loro modo di vivere per molti anni.

La stragrande maggioranza delle persone che usano droghe e alcol non accede mai a un servizio o a uno specialista per il trattamento. Molte persone che sperimentano la dipendenza da droghe invece vivono una vita in cui la mancanza di supporto alimenta la loro dipendenza, mantenendo uno stile di vita che ruota intorno alla droga e all’alcol. Si potrebbe dire che vivono in costante quarantena, isolati nella loro routine, sviluppando problemi di salute mentale e costruendo una vita con uno scarso senso di benessere.

Molte famiglie e chi si prende cura di persone con una dipendenza da droghe e alcol provano simili sentimenti di impotenza, frustrazione e una carenza di risorse necessarie. Un sentimento simile, forse, a quello delle molte famiglie che hanno cresciuto i propri figli e preso cura dei propri cari durante il lockdown, con poco sostegno o riconoscimento. Le famiglie spesso si sentono come se stessero costantemente cercando di offrire assistenza senza alcuna preparazione né percorso tracciato, se non il loro desiderio di vederli “stare meglio”. Senza supporto, le famiglie sono esposte ad alti livelli di stress e a situazioni rischiose che aumentano il già travolgente senso di disperazione e isolamento.

Le comunità sono pure scoraggiate dall’agire dato il contesto di stigma e discriminazione, sancito dal governo, nei confronti delle persone che fanno uso di droghe. Come con la pandemia, dove le persone possono sentirsi incapaci di proteggere i propri vicini e i membri della propria comunità dal virus, le persone che usano droga in modo problematico sono spesso viste come cause senza speranza; come vuoti a perdere.

L’attuale politica sulle droghe si concentra principalmente sull’implementare il proibizionismo e approcci al trattamento delle droghe basati sulla sola astinenza, promuovendo una vita senza uso di droga o un “mondo senza droghe”. Sebbene questi programmi possono avere molto successo nel ridurre o eliminare l’uso problematico di droga a livello individuale, non riescono a capire la vera natura della dipendenza: un complesso e multidimensionale problema di salute pubblica collettiva.

Non è mai una sostanza di per sé a causare un uso problematico, ma anche le questioni più ampie che circondano l’uso. Le condizioni di vita e il benessere di persone che convivono con una dipendenza da alcol e droghe sono gravemente a rischio quando non ricevono un sostegno più ampio per alloggio, lavoro, questioni finanziarie, psicologiche, mediche e di salute. Come possiamo aspettarci di ridurre i dannosi effetti della dipendenza e l’impatto a livello individuale, familiare e comunitario, se la nostra misura del successo si basa solo su quanto una persona sta o non sta usando?

Solo quando cominceremo ad agire e ad assumerci la responsabilità della dipendenza da una prospettiva di salute pubblica, anziché da una di giustizia penale e proibizionismo, le comunità avranno le risorse per migliorare la propria qualità di vita in un “mondo post-pandemico”.

Proprio come è stato sviluppato il vaccino per il COVID-19, dobbiamo sviluppare un vaccino per quest’altra pandemia; un vaccino ideato non solo per le persone che fanno uso di droga, ma anche per le loro famiglie, comunità e chi altro si prende cura di loro. Un vaccino che si chiama approccio comunitario. Un vaccino disponibile per tutti.